la Storia

C’era una volta una scuola…

Vista aerea della Fraschetta Gourmet

Una “scuola Rurale”, di preciso. Oggi non siamo più abituati a questa definizione ma basta già questo aggettivo per rimandarci ad un “sapore contadino”. Già, un “sapore”, questo lega la nostra scuola a ciò che sta prendendo vita in questi giorni. Sulla via Nomentana 1111, a ridosso del quartiere Talenti, si erge un elegante edificio in stile Liberty, costruito alla fine dell’Ottocento, conosciuto in seguito nel quartiere come scuola rurale.

Vista esterna della truttura

È imprevista questa costruzione lì, in quel posto, e questo già la rende affascinante. È la “Scuola rurale Giuseppe Maoli”, nata nel periodo del Fascismo, durante le bonifiche dell’Agro Romano. All’interno della scuola c’è una grande lastra di marmo che recita l’elogio al commendatore Eligio Maoli, Deputato del Regno d’Italia nella XXX Legislatura, il quale, con la sua opera di bonifica, portò un rinnovamento in quelle terre e migliorò le condizioni di quegli umili contadini che lì lavoravano e delle loro famiglie. Le cronache dell’epoca riportano la dedizione che quest’uomo ci mise e, affinché quel centro rurale fosse degnamente abitato, non trascurò nessun tipo di bisogno, sia fisico, come portare i condotti d’acqua potabile, sia morali, come fornire l’istruzione per i figli dei contadini, e questa scuola ne è la testimonianza insieme all’altra, in località “La Cesarina”. Dove si completavano il quarto ed il quinto anno delle elementari, proseguendo il triennio che si iniziava nella scuola Maoli, appunto. Questa grande Azienda Agricola era addirittura dotata anche degli alloggi per le insegnanti. Il commendatore Eligio Maoli era un Deputato del Regno d’Italia che con un atto di compravendita avvenuto l’8 aprile del 1922, acquistò la tenuta Cerrone dal duca Grazioli, il quale gli cedette anche la voltura del mutuo che la Società Anonima Bonifiche Romane ottenne per eseguire gli interventi di trasformazione di quelle terre ed, essendo il Maoli presidente della suddetta società, conseguì direttamente il privilegio di poter operare in quelle terre a suo piacimento, con coscienza ed onestà, testimoniate, appunto, dall’affetto che i contadini nutrivano per lui e che si evince anche dalla lastra di marmo apposta nell’ingresso della scuola.

La campanella….

Spicca ben in mostra sul tetto della scuola, sotto l’ombra di un alto pino, una Campanella in una nicchia ricoperta da tegole spioventi ed arricchita, ai lati, da due sfere di marmo. A guardarla c’è un chiaro richiamo all’infanzia; chi di noi non ricorda il suono della campanella a scuola? Ecco, in questo posto tanti sono gli angoli, i dettagli che raccontano storie. È uno di quei posti in cui il passato si tiene vivo e si racconta al presente e, in qualche modo ci emoziona. C’erano mandrie di bestiame in questa azienda, erano previste dal piano di bonifica, e c’erano quindi i FONTANILI per gli animali, perché l’acqua potabile era stata portata anche per gli allevamenti. Ed ecco qui il nostro Fontanile ad evocare anche questo squarcio di quotidianità del passato. È bello il nostro fontanile, è rinnovato in chiave tradizionale, richiama i vecchi fontanili dell’Agro Romano. È fermo, ordinato, rigoroso nella forma ma vivacizzato dal calore e dall’armonia dei colori dei suoi mattoni cotti, dal marmo e dall’acqua che scende fresca e con il suo vivace fragore accompagna e non disturba la quiete tra i pini e fa da bella cornice ai commensali vicini.

È in questo contesto che nasce l’idea di ridare vita a questo posto che vita non ha mai smesso di avere. La voglia di fare un ballo con la nostalgia di vecchie tradizioni e vecchi sapori rispettati e rivisitati ha dato vita a questa bella avventura. Un posto può cambiare la sua funzione nel tempo ma, inevitabilmente, il suo passato ed il suo presente, comunicano tra di loro e lo rendono speciale. Nasce, allora, l’idea di RECUPERARE i SAPORI DI UN TEMPO, di quella Cucina Romana povera ma fantasiosa, della sua tradizione, dei suoi luoghi, dei suoi modi e di portarla fino ai giorni nostri, arricchendola con la nostra contemporaneità.La tradizione romana vanta di aver dato vita, un tempo, alle cosiddette “Fraschette”, locali in cui la mescita del Vino Novello si accompagnava a semplici cibi salati che favorivano il bere…. Ed allora, perché non trasferire una Fraschetta qui, sulla verde Via Nomentana?

Il Cortile

Nel cortile esterno, circondato da siepi ed alti Pini, sono state sistemate panche e tavoli rigorosamente semplici e comode per gli ospiti della Fraschetta. Il brecciolino che scricchiola sotto le scarpe rende il posto più vero ed informale. Tra i tavoli tutti uguali, ce n’è uno più grande…. È il “tavolo sociale”, anche questo recuperato dalla tradizione e fortemente voluto qui per invitare la gente a SOCIALIZZARE mangiando. Il tavolo sociale è un grande tavolo dove ci si può sede accanto a clienti sconosciuti e mangiare, conversare e conoscersi, magari dimenticando per qualche ora i “social” virtuali. Socializzare, però, deve essere un piacere, non un obbligo, pertanto è ampia la scelta di altri tavoli, dentro o fuori dal locale.

Dalle grandi finestre d’epoca che danno sul cortile, s’intravede la sala interna dove si accede salendo tre gradini di marmo originale. La sala si apre sulla sinistra; è ampia e raccolta allo stesso tempo, nel senso che non ci si perde ma ci si ritrova proprio perché è un ambiente accogliente. Oltre ai tavoli in legno, massicci, quadrati ed essenziali, le due cose che saltano all’occhio subito, sono il soppalco dei vini e l’angolo della porchetta. La parete frontale all’ingresso mostra, ancora e volutamente, i mattoni originali dell’epoca; su di essa c’è un soppalco di ferro al quale è annessa una scala, il cui design essenziale e moderno, contrasta con i mattoni caldi del muro. Alla parete superiore è sistemata la cantina dei vini, dove sono state selezionate con cure bottiglie di ottima qualità. I vini scelti sono quelli che meglio si sposano con i piatti offerti dalla fraschetta. Un angolo davvero appetibile, già per come si propone, è quello dedicato alla degustazione della PORCHETTA, offerta in bella vista, sul banco, sotto una tettoia di tegole che rimanda alle fraschette d’epoca, dove verrà servita sempre calda e rigorosamente proveniente da Ariccia.

Amatriciana inversa

Ad accompagnare vino e porchetta sarà una ricca tavolata di coppiette, olive, verdure, sott’olio serviti con ottimo pane casereccio dei Castelli, insieme all’immancabile Ciriola tipica Romana. Uscendo dalla sala, al fianco della lastra in marmo, c’è l’angolo delle birre artigianali, selezionate per qualità e pronte a soddisfare gli amanti della birra. Tre sono le varietà e lo spillaggio è riservato in un angoletto davvero curioso.

La “Fraschetta Gourmet”, però, non è fatta solo di ambienti vivaci ed informali, ma anche da altri tre ambienti ricercati ed eleganti, pronti a soddisfare i palati più esigenti. Al piano superiore c’è infatti la parte “Gourmet” della Fraschetta, pronta a sorprendervi con gusto e ricercatezza, proponendovi la cucina romana tradizionale ma elaborata ed innovativa. Al piano superiore i clienti più esigenti possono cenare in un’ampia sala arredata con esclusivi arredi d’epoca, dove è anche sistemata una attrezzata cucina a vista; questa è la parte riservata ai Menù fissi e ad eventi di ogni genere, dove gli ospiti possono deliziarsi comodamente serviti ai tavoli della sala, del terrazzo esterno o nel cortile mattonato adiacente al Fontanile.

Ogni ambiente è curato nei dettagli ed invita ognuno a trascorrere piacevolmente una serata intima o in compagnia di amici. Questa parte del ristorante ospita sia eventi privati che eventi a tema, accessibili ad ognuno. Per i buongustai, tanti gli eventi di degustazione regionali.

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